Saper scegliere

La carne non è il solo problema

Ho recentemente letto un articolo interessante di Frank M. Mitloehner, Professore dell’Università della California, Davis – UCD. Nel contributo si afferma che lo studio della FAO del 2006 Livestock’s Long Shadow, espone una errata quantificazione dell’impatto dell’industria della carne sul clima. Il dato secondo il report FAO era pari al 18%[1] delle emissioni totali, cifra più elevata del settore dei trasporti, responsabile direttamente del 14%[2] delle emissioni. Secondo le parole di F.M. Mitloehner, confermate anche da uno degli scienziati responsabili del report[3], per lo studio del 2006 non fu condotta un’analisi approfondita per il settore dei trasporti come invece fu per quello della carne. Ne risultano incoerenza e impossibilità di comparazione dei due risultati.

Che le percentuali siano precise o meno, credo sia secondario: non si tratta di un errore catastrofico, o peggio di una informazione palesemente errata.

Ricerca e corretta informazione scientifica sono fondamentali per capire e per rendere noti fatti scientifici che influenzano la nostra quotidianità. Altra caratteristica dell’informazione scientifica è che questa sia fruibile dal maggior numero di persone possibile.

Che la FAO abbia commesso una tale imprecisione mi ha stupito, dato che proprio quel report Livestock’s Long Shadow, è stato uno dei documenti che mi ha spinto ad approfondire la ricerca sull’impatto della carne su clima.

Nell’articolo del professor Mitloehner si parla anche dell’efficienza dell’industria dell’allevamento che diminuisce l’impatto ambientale. Certo, scienza e tecnologia aiutano ogni settore diminuendo le emissioni, gli sprechi e aumentando l’efficienza. Efficienza però per chi? Di certo non per gli animali, che vengono efficientemente selezionati per produrre più proteine al minor costo, a spese della loro salute e di conseguenza della nostra. Efficienza non significa meno deforestazione[4] per fare spazio a piantagioni di cibo per gli animali (mais e soia in primis), con conseguenze ambientali, sociali ed economiche tragiche.

Scegliere di mangiare meno carne (o di non mangiarne affatto) è una scelta coraggiosa. Non è sempre facile essere vegetariani in certi contesti socioeconomici. In alcuni è quasi impossibile per mancanza di alternative valide per una dieta bilanciata.

Si tratta di una scelta, appunto. Scaturita dalla conoscenza di alcuni fenomeni quali, ad esempio, il cambiamento climatico, l’impatto dell’uomo sull’ecosistema o della sofferenza animale. Una scelta scaturita da questi presupposti non solo credo che sia importante, ma la considero la prima di una lunga serie di altre scelte che dovremo fare, perché il problema non è solo la carne. Non lo è mai stato. Il problema è un tipo approccio al mondo che è sbagliato. È un approccio – economico, politico e sociale – caratterizzato dalla prevalenza del profitto su tutto il resto: sull’ambiente e su chi lo abita, che siano animali o esseri umani. Essere coerenti al 100% è impossibile. Essere coscienti è invece un dovere, soprattutto oggi che abbiamo una quantità di informazione a disposizione che ci obbliga a scegliere con attenzione di chi fidarci.

E qui torna la scelta. Bisogna saper scegliere. E per scegliere bisogna sapere.

 

[1] http://news.bbc.co.uk/2/hi/8583308.stm
[2] http://news.trust.org/item/20180918083629-d2wf0
[3] Ibidem
[4] http://www.rinnovabili.it/ambiente/amazzonia-2018-anno-record-deforestazione/