Stoccolma, impressioni

Breve racconto di viaggio

Atterro all’aeroporto di Stoccolma, l’Arlanda. Il personale dell’aeroporto parla un ottimo inglese, come tutti gli autisti dei bus e le persone per strada. Per questo arrivare alla Tollare folkhögskola non è difficile, nonostante si trovi ad un’ora di bus dalla capitale.

Mi affascina la storia delle folkhögskola (volgarmente tradotto come “scuola del popolo”). Questi istituti nascono da una problematica: l’abuso di alcol nei paesi scandinavi. Parlando con un ragazzo svedese, mi ha colpito la sua espressione “ci stavamo letteralmente sterminando con l’alcol”. Nelle folkhögskola è assolutamente proibito consumare alcol. Le uniche birre che si trovano al ristorante sono analcoliche. Non sono luoghi per la disintossicazione, ma vere e proprie zone senza alcol. Chi ci lavora, chi ci studia, deve attenersi a questa regola all’interno della scuola. In questi istituti si insegnano materie particolari: musica, disegno e molto altro. Dipende da scuola a scuola. La frequenza è di un anno, durante il quale gli iscritti vivono in uno dei complessi abitativi dell’istituto. Questo periodo è considerato come un anno sabbatico dopo il liceo.

               Folkhögskola, facciata

La situazione dell’alcol in Svezia è particolare. Proprio a causa dello storico abuso, la vendita di alcolici è oggi monopolio statale. Qualsiasi bevanda alcolica (tranne le birre da 3,5% acquistabili nei normali supermercati) si trova solo nella catena statale Systembolaget che, oltre ad essere molto cara, apre in orari molto scomodi per disincentivare l’acquisto. Nei bar e nei ristoranti la vendita di alcol è consentita solo ai maggiorenni.

Non solo alcol e scuole

Un’altra cosa che mi colpisce della Svezia: la quantità di auto elettriche circolanti.

Quasi mi emoziono vedendo i bus ibridi messi tutti in fila a caricarsi durante la notte.

Altro aspetto degno di nota: la quasi totale inesistenza del contante. Anche il bagno pubblico della stazione centrale (Centralstationen) si può pagare con la carta di credito (o debito)! Costa 10 Corone svedesi, circa 1 Euro.

In generale i prezzi sono un po’ più alti che in Italia, parlando di spese comuni: un caffè al bar, minimo 2 Euro; è difficile trovare una birra media a meno di 5 Euro. Trasporto pubblico idem: sembra che da straniero (non residente, non studente), non si possa viaggiare per meno di 3,2 Euro per una corsa di 75 minuti. Il sistema di trasporto pubblico, SL (Storstockhoms Lokaltrafik) comprende bus, metro e traghetti. Si possono comprare corse singole, opzione più cara, oppure dei carnet differenti in base alle esigenze. Se si prevede di stare poco in città ma di usare spesso i mezzi pubblici, l’opzione migliore è forse quella del carnet settimanale, al costo di circa 30 Euro.

Non ho avuto il piacere di mangiare in un locale tipico, anche se alcune specialità le ho provate nel ristorante della folkhögskola: la classiche polpette IKEA, molto più grandi e scure, sono buonissime. Mi ha colpito l’utilizzo del caviale a colazione, spesso abbinato ad un uovo sodo, quindi si tratta letteralmente di mangiare uova con uova. Molto, molto saporito. Ho apprezzato il pane secco, da abbinare a differenti salse. Ovviamente il salmone, ricco di aneto, con patate.

Dolci, dolci, dolci in quantità! Non ricordo i nomi, ma mi ha colpito (letteralmente lo stomaco) una torta al cioccolato servita con una crema di latte. Una via di mezzo fra il latte, la mozzarella e il burro. Molto buona, agrodolce.

Per non parlare delle liquirizie salate: delle caramelline al gusto di liquirizia, però salate!

Altro prodotto svedese interessante: lo snus, il tabacco svedese che non si fuma, ma si mette fra il labbro e la gengiva. Ha un contenuto molto elevato di nicotina, tanto da far letteralmente girare la testa a chi non è abituato a fumare. Sapore fortissimo, odore molto pungente. Da provare.

Una città molto ordinata, pulita e rispettata dai suoi abitanti.