Colombia vince, Ecuador combatte

Fonti: Primicias | El Comercio | Conaie

Oggi ho il cuore diviso a metà

Un parte piena di gioia, orgoglio, felicità.

L’altra devastata dalla tristezza e dallo sconforto.

Colombia

Sono felice perché la mia cara Colombia ha dimostrato a sé stessa e al mondo la sua volontà di cambiare. Ha dimostrato il suo coraggio di fronte alle minacce, di fronte alla violenza, di fronte al conflitto. Ieri si è tenuto un ballottaggio elettorale storico, in cui si sono confrontati due candidati opposti. Hanno vinto il primo Presidente di sinistra nella storia del Paese, Gustavo Petro, e la prima Vicepresidenta afrodiscendente, Francia Marquez. Non solo è storia, è rivoluzione. È speranza. È possibilità. Per la Colombia e per il mondo.

Ecuador

Sono estremamente triste e preoccupato per un Paese che amo: l’Ecuador. Oggi è il settimo giorno di proteste e violenze. L’Ecuador è uno dei paesi dell’America Latina che più sta soffrendo le conseguenze del conflitto in Ucraina. Le conseguenze economiche e sociali stanno mettendo in ginocchio un paese già provato da anni di crisi. Chi più di tutti sta pagando l’aumento sconsiderato dei prezzi (per alcuni beni è oltre il 200% – come il caso delle carote!) si traduce direttamente nell’impossibilità per migliaia di persone di mangiare più di una volta al giorno. Se a questo contesto si aggiunge che il su 10 persone abili a svolgere attività lavorativa, 7 (SETTE) sono disoccupate… Il quadro è devastante. Per questo da una settimana il popolo è sceso in strada. Per cercare un dialogo attivo con il Governo, che fino ad oggi non è avvenuto.

In prima linea, come sempre, le Nazionalità Indigene dell’Ecuador. Le persone che giorno dopo giorno lavorano i campi e letteralmente sfamano il Paese e creano lavoro e ricchezza grazie all’indotto delle esportazioni di prodotti ecuadoriani al mondo. Mentre gli intermediari riescono a sopportare l’inflazione alzando i prezzi, los campesinos si vedono costretti a pagare il doppio per energia, benzina, e beni di pima necessità, mentre i loro prodotti vengono acquistati allo stesso prezzo. Il prezzo del paniere alimentare basico ($715,31) ha ormai superato quello del salario minimo ($400,00).

Non so a dove possa portare questa situazione. Ma il contesto è decisamente peggiore della crisi di Ottobre 2019.