Epigenetica

Il 5 aprile sono stato a Udine, nella maestosa sala Ajace in Piazza della Libertà, per assistere alla prima conferenza del ciclo “Il DNA non scrive il tuo destino”, percorso di promozione della cultura scientifica promosso da Epigen (Progetto Bandiera Epigenomica) e IGA (Istituto di Genomica Applicata).

L’incontro di apertura dal titolo “Cosa è l’epigenetica?” è stato argomentato magistralmente dal Professor Giuseppe Macino, direttore del progetto Epigen e Professore Ordinario alla Sapienza Università di Roma.

Il tema mi è totalmente estraneo, fatta eccezione per le nozioni apprese al liceo sul DNA, l’RNA e altre sigle che a fatica ricordo, dopo 10(!) anni.

Ho deciso di partecipare proprio per il desiderio di apprendere e perché speravo che questo incontro mi aprisse altri percorsi di conoscenza e altri punti di vista sull’influenza dell’uomo sull’ambiente, e viceversa.

Così è stato.

Il Professor Macino è riuscito a spiegare, utilizzando video e slide, argomenti molto complessi ad un pubblico non accademico, senza che l’attenzione scemasse. Anzi la permanenza in sala si è protratta per il grande numero di interventi del pubblico.

Quindi cos’è l’epigenetica?: significa “al di sopra della genetica”, con questo termine si intendono i processi che incidono sulla funzione del DNA, senza modificarne la sequenza.

Le “modificazioni epigenetiche”, indicano alla cellula le parti del DNA che che deve leggere o saltare per poter funzionare. Così, una cellula neutra di un embrione, “imparerà” come diventare una cellula del fegato, del cervello, della pelle…

Dobbiamo immaginare il DNA come se fosse un libro, passato di generazione in generazione. Le “modificazioni epigenetiche” rappresentano i segnalibri, cioè i consigli su come e cosa leggere alle generazioni future di cellule. A differenza delle mutazioni, le modificazioni sono reversibili e tendono a verificarsi in risposta ad input ambientali.

Mi ha colpito l’esempio delle formiche: possono ipoteticamente diventare operaie (enormi) o cercatrici di cibo (piccole). Se viene mutata l’alimentazione in fase di sviluppo, una operaia potrà comportarsi come una cercatrice e viceversa.

Le informazioni del DNA vengono appunto modificate in base ad input esterni, come ad esempio l’alimentazione o anche gli shock climatici: determinate piante possono “imparare” o “ricordare” se un certo periodo dell’anno è stato secco. Questa informazione verrà trasmessa anche alle generazioni future che si comporteranno in modo tale da sopportare meglio tali condizioni climatiche.

Queste scoperte porteranno in futuro enormi novità dal punto di vista medico, come i farmaci epigenetici già in fase di sperimentazione umana, ma anche forti dilemmi e scontri etici sull’operato della scienza.

Molte modificazioni epigenetiche sono anche alla base dello sviluppo di certe malattie come il cancro o alla base di alcuni comportamenti (stile di vita, carattere…), che potrebbero essere addirittura utilizzate come alibi in sede processuale.

Le implicazioni saranno moltissime e multidisciplinari.

Alla luce di queste informazioni, risulta ancora più evidente la profonda relazione a doppia mandata esistente tra pratiche sociali e ambiente. Il legame diventa ancora più profondo e complesso se scopriamo che comportamenti e ambiente sono in grado di modificare il nostro “funzionamento” a livello cellulare!

“Quindi si riduce tutto alla chimica?” è stata una delle domande rivolte al Professore. “Non solo chimica, ma atomi”, è stata la risposta.

Mi ha colpito moltissimo l’affermazione successiva del Professore, dopo la reazione allibita del pubblico alla sua risposta: “siamo fatti di atomi, prodotti nel corso di miliardi di anni dalla polvere di stelle, quindi in definitiva siamo fatti di polvere di stelle, cosa c’è di più romantico di questo, in fondo?”.

Dall’universo, alle nostre cellule, all’ambiente, tutto è strettamente connesso da linguaggi che stiamo un po’ alla volta comprendendo.

Più ne sapremo, più saremo in grado di rispondere alle sfide presenti e future, che saranno sempre più numerose e più ardue.

Starà alla nostra coscienza (anche questa chimica?) scegliere il futuro dell’umanità.

Il prossimo incontro, l’8 giugno alle 20:45 al Museo Friulano di Storia Naturale in via Sabbatini, Udine: la Prof.ssa Elena Battaglioli dell’Università degli Studi di Milano ed Istituto Neuroscienze – CNR parlerà delle alterazioni epigenetiche e malattie sconosciute.